Sebbene siano considerati alla stregua di altra frutta secca come mandorle, noci e nocciole, i pinoli sono in realtà i semi edibili del frutto del pino, o meglio dello strobilo, comunemente noto come pigna. È all’interno di essa che devono maturale, per ben tre anni, prima di essere raccolti (e consumati!).
Nel mondo esistono circa venti specie di Pinus con semi grandi abbastanza da giustificarne la coltivazione. I più diffusi, in Europa, sono senza dubbio i Pinus pinea, che neanche a dirlo sono i pini da pinoli, così caratteristici dei litoranei italiani da essere identificati, oltralpe, come Pines d’Italie e Italian Stone Pines. Segue il Pinus cembra, che però vive in zone più impervie come quelle alpine: basti pensare che lo strüdel tradizionale racchiude proprio pinoli prodotti dai pini cembri che crescono sulle montagne.
Ad essere più largamente commercializzati sono però i pinoli asiatici, come quelli del Pinus sibirica siiberiano, del Pinus koraiensis coreano e del Pinus gerardiana del Pakistan, prodotti da Iran, Cina, Russia, Corea, Afghanistan, anche se si difende bene la Nuova Zelanda che, nella regione di Marlborough, gode di un clima simile a quello mediterraneo, tanto da distinguersi proprio per la produzione di pinoli (oltre a quella del vino).