La roveja, la nonna del pisello

Conoscete la roveja, detta anche pisello dei campi o robiglio? È una varietà di pisello della famiglia delle fabaceae di colore verde scuro, ma può virare anche verso il marrone e il grigio. È arrivata in Europa dal Medio Oriente e si è diffusa in particolare nella dorsale appenninica umbro-marchigiana.
Questo tipo di pisello, oltre a essere coltivato, cresceva – e cresce tuttora – in modo spontaneo, grazie alla sua robustezza e adattabilità, nei prati e lungo le scarpate dei monti Sibillini dove trova un terreno neutro o alcalino, sopporta infatti molto bene i terreni calcarei. Proprio perché cresce da sempre anche in modo selvatico alcuni ricercatori sostengono che si tratti di un antenato del pisello.
In passato era utilizzata come foraggio e mangime per animali e l’abbandono della coltura ne aveva causato la quasi totale estinzione, facendola sopravvivere solo in forma selvatica.

 

Ma nel 1998 è tornata a rivivere grazie all’agricoltrice di Civita di Cascia, Silvana Crespi, che ha cominciato a riprodurre nella sua azienda dei semi ritrovati in cantina e ha rilanciato la coltura, creando un’associazione di produttori e facendo diventare il prodotto Presidio Slow Food.
Nel 2015, poi, questo particolare pisello è stato iscritto nel Registro Regionale delle risorse genetiche autoctone dell’Umbria ed è certificato da 3A-PTA (Parco Tecnologico Alimentare dell’Umbria). Oggi vivendo una seconda giovinezza e la diffusione ha varcato anche i confini d’origine, non la si trova più solo nella Valnerina o nel confine umbro-marchigiano.
Viene seminata a marzo e i baccelli maturano a luglio: possono essere raccolti anche a maturazione inoltrata in quanto sono meno farinosi dei piselli comuni. Dopo che le foglie sono diventate gialle, le piante si falciano e si lasciano essiccare nel campo; poi vengono raccolte e trebbiate, infine per togliere le impurità i semi vengono ventilati. Essiccata si mantiene per tutto l’anno.
Il suo impiego in cucina più famoso è per la farrecchiata o farecchiata, una sorta di polenta dal gusto intenso e amarognolo ottenuta dalla farina proveniente dalla macinazione della granella con gli stessi mulini a pietra del farro (da qui il nome farrecchiata), che viene condita tradizionalmente con un aglio, olio e alici. La roveja è ottima impiegata anche in zuppe e minestre, ripassata in padella con cipolla e pecorino o sui crostoni farciti con il suo purea.
È un alimento che fornisce un elevato apporto proteico e di fibra alimentare; da sottolineare anche il massiccio contenuto di composti fenolici presenti soprattutto nella buccia e di composti antiossidanti di cui è ricco il germe.

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