L’anguria, il frutto dell’estate

Il frutto dell’estate è senza dubbio l’anguria: dal gusto dolce e dalle proprietà rinfrescanti, di sicuro non può mancare sulle nostre tavole.
Fa parte della stessa famiglia delle zucchine, cetrioli e melone, ovvero le Cucurbitacee che, non a caso, hanno tutte un grande potere detossinante e depurativo, visto il grande contenuto di acqua, che aiuta a sua volta a reintegrare i minerali persi a causa del caldo. Minerali come potassio, fosforo e magnesio, ma anche vitamine, soprattutto la vitamina C e i precursori della vitamina A come il beta-carotene e il licopene, tipico del pomodoro e dei vegetali rossi. Ma la particolarità sta nel fatto che l’anguria è ricca di un particolare amminoacido chiamato citrullina, che previene l’ipertensione e protegge l’apparato cardiovascolare in quanto è in grado di equilibrare la pressione e di mantenere elastiche le pareti arteriose.

Riguardo invece al fatto di essere molto zuccherina, e quindi non adatta a chi vuole mantenersi in forma, bisogna assolutamente sfatare questo mito: non che non contenga zucchero (fruttosio) – ne contiene così come tutti i frutti – ma da un punto di vista chilocalorico, per 100 g di cocomero parliamo solo di 30 calorie. Queste caratteristiche ne fanno quindi un prezioso alleato della dieta, intesa come stile di vita.
D’altra parte ci si potrebbe confondere e spaventare se si arriva all’informazione che il cocomero ha un indice glicemico (IG) pari a 72 (alto). L’indice glicemico è la velocità con la quale la glicemia si alza nel sangue dopo aver mangiato un determinato alimento, quindi un indice per lo più di qualità dei carboidrati. Questo però è un concetto che deve andare di pari passo con un altro, ovvero quello di carico glicemico (CG), che mette a confronto l’indice glicemico di un alimento con la quantità di carboidrati o zuccheri che quell’alimento contiene, pertanto un parametro sia qualitativo sia quantitativo dei carboidrati. Perciò, considerando che l’anguria ha un IG alto ma pochi zuccheri/carboidrati, ovvero 3,7 g, basta applicare una semplice formula per capire quanto possa incidere una fetta di questo alimento da un punto di vista glicemico:

g carboidrati per 100 g di prodotto x IG/100 = CG

tradotto:

3,7 g x 72/100 = 2,664 (CG basso)

Giusto per chiarire ancora di più il concetto, mettiamo il tutto a confronto con un cibo più ricco di carboidrati ma con IG medio, ovvero la pasta integrale. Essa contiene 75 g di carboidrati per 100 g di prodotto e IG 50, quindi:

75 g x 50 (IG)/100 = 37,5 (CG medio)

In conclusione, in estate mangiamo in libertà la nostra fetta di cocomero (non di più, ma per un discorso di varietà più che di quantità) senza preoccuparci troppo, considerando poi che ce l’abbiamo a disposizione per pochi mesi all’anno e sarebbe un peccato privarsene.

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